venerdì 4 gennaio 2013

Difficoltà

Lo scoramento di questo periodo è a dei livelli che non credevo nemmeno possibili. Sono ancora inesorabilmente in questa università di Venezia, città nella quale non vado nemmeno più; non ho più corsi da frequentare quindi vegeto a casa studiando, andando su internet, ogni tanto uscendo per andare nei soliti tre bar che questa merdosissima città può offrire.
L'unico, stoico barlume di avventura a cui posso aspirare in questo periodo è il progetto di un viaggio on the road attraverso l'italia con un mio carissimo amico d'infanzia, che peraltro ha già dato la sua disponibilità: è tutto programmato per le prime due settimane di aprile, e sono determinato a non farmelo sfuggire per nulla al mondo. Nel frattempo vivo in un orripilante abisso di routine e pigrizia, dove non ho nemmeno la voglia di uscire di casa per affrontare il mondo che tanto voglio vedere. Le risposte ai miei desideri sono sempre le stesse: "non hai abbastanza soldi, ecco perché", "devi laurearti, ecco perché", o ancora "hai 23 anni e una carriera che puoi avviare già da ora, ecco perché".

La cosa che mi sconcerta di più è che queste risposte vengono dalla mia interiorità.
Chiunque potrebbe obiettare che è normale voler preservare quello che si sta costruendo nella propria vita, anzi molti direbbero che mandare all'aria un futuro sicuro per girare il mondo sia una idea più che stupida: non posso dire che sbaglino, tuttavia ho seguito questa logica per molto tempo durante la mia vita.

Voglio fare qualcosa di stupido, qualcosa di avventato, almeno per una volta.

Forse è il caso che chiarifichi questa mia affermazione. Per tutta la mia vita ho sempre avuto una doppia natura, dovuta in parte all'educazione che ho ricevuto e in parte agli stimoli esterni, che elaboravo interiormente. Da una parte sono prudente, non faccio un passo senza garanzie: dall'altra ho questo immenso desiderio di lanciarmi nell'ignoto ad occhi chiusi e senza protezioni, vivere davvero, poco o tanto non ha importanza, fintanto che potrò dire "ho vissuto come si deve"; la mia paura più grande è che la mia natura prudente stia tornando a soffocare i miei desideri, come è già successo in passato. 
A volte credo di aver solo bisogno di una buona scusa, a volte solo di un amico avventuroso che mi incoraggi e mi prenda a calci se tentenno perché non mi fido: ma più mi rendo conto del fatto che mi sto adagiando di nuovo nell'agio di una vita sedentaria più il mio spirito avventuroso sgomita per uscire, si affanna ad arrampicarsi per raggiungere la luce fuori dall'abisso, e non si arrende mai.
A volte mi domando dove trovo la forza per mantenere in vita questo mio desiderio. Si affievolirà sempre più fino a svanire, come ha fatto in passato, oppure riuscirò a sfogarlo fino ad ottenere finalmente il tipo di vita che più anelo?
Per quanto mi risulti fastidioso ammetterlo, solo il tempo potrà dirlo.

“We must be willing to let go of the life we planned so as to have the life that is waiting for us.” 
― Joseph Campbell

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