mercoledì 14 marzo 2012

2009/2012: Venezia


Che dire di Venezia? Una strana, particolare, sorprendente città.
Sono quasi tre anni ormai che percorro i suoi sestieri e i suoi ponti, oramai conosco le strade più battute; il lato positivo, tuttavia, è che ha sempre qualcosa da offrire: piccole calli soffocate dalle case, personaggi più o meno strambi, incontri con persone provenienti da molte parti del mondo.
In questo periodo di tempo ho conosciuto persone da molti posti diversi del mondo, e ciò ha contribuito alla mia crescita, dissipando molti dei miei pregiudizi; ho scoperto molta della mia ignoranza, e allargato la mia visione del mondo. Posso dire senza indugio che Venezia mi ha donato più emozioni in soli tre anni che la mia città natale in venti.
Ogni suo percorso può presentare una sorpresa: ci si può perdere in un attimo in mezzo alle piccole e storte stradine, per poi sbucare in una piazza della quale si ignorava completamente l'esistenza, la quale a sua volta si dirama in tre, quattro, cinque, a volte sei nuove calli, disorientando completamente ogni visitatore. I primi tempi mi sentivo così, lo scopritore di una città che è sempre stata a 35 minuti di treno da casa, ma che assurdamente non avevo mai visitato come volevo. L'essenza dell'avventura è proprio questo: scoprire, viaggiare, esplorare... Perdersi, perdere di vista l'orizzonte, interrompere ogni contatto con il mondo e così credere di essere in un altro universo, almeno finché alla vista del mare questo non riappare prepotentemente, senza preavviso. La sensazione di libertà che provo ogni volta è per me una delle cose più belle che esistano.

Perdersi è l'unico modo per ritrovare la propria strada: la metafora dell'esistenza, forse uno dei pochi modi per sentirsi vivi.

martedì 6 marzo 2012

Deep desire.


La vita, tutta la vita, in viaggio.


Quando ero solo un bambino questo pensiero mi ha attraversato la mente migliaia di volte; folle desiderio destinato a svanire, mi dicevano. Desiderio che con il tempo e l'età avevo imparato a sopire, convinto della sua impossibilità: come potrebbe una persona, in questo secolo, vagabondare per il mondo guadagnando quanto basta per andare avanti? Chi potrebbe fidarsi di questa persona a tal punto da affidargli un lavoro temporaneo?
Ho recuperato questo blog, in disuso da ormai quattro anni, esattamente come ho recuperato il mio folle desiderio - diventare un cittadino del mondo, conoscere persone, culture, filosofie per migliorare me stesso e gli altri.
La mia permanenza in Italia ha i giorni contati; non appena avrò conseguito la mia laurea potrò fare i bagagli e trasferirmi in una nazione ricca di opportunità quale il Regno Unito, e ricominciare, completamente da zero, una nuova vita all'insegna dell'avventura e delle esperienze. Un bel colpo di spugna. Dovrò lasciarmi alle spalle la mia casa, i miei amici e forse anche un amore - sinceramente ho smesso di credere che dove sono ora ne troverò uno - per coronare il mio desiderio di cambiamento, la mia fame di esperienze.
L'unico mio desiderio sarebbe di avere una vita talmente piena da poterne stipare ogni ricordo in un forziere, in una cassa; la stessa cassa che guarderò da vecchio, pensando: "ho avuto una bella vita, posso lasciare questo mondo in serenità".

Il mondo deve diventare troppo piccolo.

Molte persone con cui parlo dicono che rispettano e stimano questi pensieri, che loro non ne avrebbero mai il coraggio perché dove sono hanno troppi legami e responsabilità. Alla luce di queste conversazioni a volte mi viene da pensare che forse non sia la decisione giusta: ci sono persone che hanno bisogno di me, forse è solo una scusa per fuggire dalle mie responsabilità, o per non risolvere i miei problemi qui, forse spero troppo in una "terra promessa" perché quella in cui vivo è marcia fino alle fondamenta di corruzione e di criminalità. La conclusione a cui sono giunto è che questi dubbi hanno un effettivo riscontro. Sto davvero scappando, mi sto davvero allontanando da una luogo che, per quanto sia depositario di molti bei ricordi e di molte brave persone, non fa per me. Così vorrei mettermi in viaggio, come i cavalieri dei romanzi e delle antiche storie, in una "quest" alla ricerca della mia identità, per poter maturare e migliorare attraverso esperienza di vita e conoscenze, vedere posti meravigliosi, vivere pienamente la mia vita: alla fine, quando per un motivo o per l'altro mi fermerò, sarò una persona completa.

The wild blessed me with an errant mind
Showing the way for the ultimate lore
I went around the world, beyond the wild
Finding my home from an ocean shore


Home is where the way is
My road goes on forever
One more voyage to go